Pillar 2.1
Politica: Etica, Morale e Formazione
La problematica
La politica, termine di derivazione greca (da πόλις, che significa città), è l’arte di governare le società.
La responsabilità dei politici non è solo di natura amministrativa, ma anche di carattere etico e morale. Lo stato ha infatti anche il compito di educare e di formare, definendo l’insieme dei valori e delle regole di vita di un soggetto o di un gruppo.
Così come in una famiglia è di fondamentale importanza che i genitori rappresentino dei modelli da seguire, è altrettanto indispensabile che i politici assumano un comportamento moralmente irreprensibile.
Nell’attuale sistema politico è evidente che manca un meccanismo di selezione che eviti l’ascesa al potere di individui che non hanno i requisiti adatti per governare. L’ordinamento giuridico, frutto di una lunga evoluzione e, sulla carta, costruito per garantire il rispetto dei principi morali di ciascun gruppo, non è infatti sufficiente per ottenerne il rispetto.
La classe politica di oggi rappresenta tutt’altro che un modello da seguire:
- le leggi vengono applicate e modificate con frequenti discriminazioni e favoritismi;
- i principi morali non sono ritenuti prioritari;
- il livello culturale medio è estremamente basso;
- la tutela della collettività è marginale rispetto agli interessi dei governanti;
- la meritocrazia è spesso sostituita dal clientelismo.
Gli impatti sociali negativi sono evidenti e rendono più gravoso e inefficiente l’esercizio dell’attività di governo visto che:
- manca il rispetto delle istituzioni;
- il concetto di stato, inteso come bene pubblico, non esiste;
- i valori e i principi morali risultano distorti;
Modelli errati portano i cittadini ad agire non rispettando le regole. La corruzione, l’evasione fiscale, i favoritismi, ecc., sono atti «legittimati» dai comportamenti della nostra classe dirigente.
Governare e far evolvere la società in tale contesto è impossibile.
La rivoluzione
Se si vuole cambiare il mondo e garantire la sostenibilità ambientale un passo fondamentale è una rivoluzione della classe politica. Governare è infatti un compito difficile e di grande responsabilità, che richiede grandi competenze e sani principi.
La rivoluzione economica vuole introdurre dei meccanismi di selezione che rendano inaccessibile o escludano dalla politica individui che non abbiano i requisiti morali e la formazione necessari al governo della società.
Nella società moderna occorre essere abilitati anche per i lavori più umili. Da domani fare politica diventerà un lavoro come tutti gli altri con requisiti e regole molto rigide:
- esame abilitativo (etica, cultura generale, capacità amministrative, etc.);
- curriculum vitae pubblici;
- orari di lavoro fissi (tesserino entrata / uscita, etc.);
- nessuna pendenza penale/civile (*).
Soddisfatti tutti i requisiti necessari alla preselezione, l’unica sostanziale differenza rispetto a un lavoro «privato» sarà rappresentata dai selezionatori finali: non un manager singolo, ma l’intera cittadinanza.
(*) Questo punto è da affiancare a una riforma della giustizia che:
- renda inaccessibile la politica a magistrati / pm (separazione delle carriere per evitare conflitti di interesse) che hanno avviato procedimenti penali contro i politici;
- preveda la sospensione per i pm che avviano procedimenti penali basati su atti infondati.
Principali Vantaggi
- maggiore credibilità dello stato e del governo;
- efficienza e qualità legislativa.
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